lunedì 18 giugno 2007

PD: UN ESEMPIO DI OGGI PER I LEADERS DI DOMANI

PD: UN ESEMPIO DI OGGI PER I LEADERS DI DOMANI

In vista della costituzione del Partito Democratico, si è aperta la caccia anche ai nuovi leaders locali i quali, se intendono aver fortuna, dovranno osservare e far propri i tratti dei grandi maestri del pensiero politico della fine del secolo scorso. Nuoro, unitamente ai paesi viciniori, è sempre stata generosa madre di intellettuali e il Nostro, pur con qualche sottile differenziazione di estrazione e formazione, può essere considerato a pieno titolo un illustre…operaio nella…fabbrica del Pensiero.
Per facilitare i lettori, si procederà ad abbozzare il profilo personale di uno nostri opinion leader: chiaramente non svelerò il nome ma non sarà difficile, visti alcuni indizi già riportati, intuirlo.
Occorre quindi fare un passo oltre e cercare di capire le ragioni di tanta longevità nella vita politica e nelle istituzioni. Il quesito non è peregrino poiché il soggetto in questione non possiede, rispetto ai consociati, qualità superiori alla media.
Al contrario, possiede uno stile modesto e un gusto piuttosto discutibile. Ha pure attraversato indenne una fase di politica- costume forzitaliota nella quale l’aspetto doveva quasi prevalere sull’intelletto. Egli, infatti, non è particolarmente bello, atletico, coraggioso ma rappresenta, biologicamente parlando, un grado modesto di adattamento all’ambiente.
Lo si può osservare nel corso dei vari incontri cui un esponente politico deve, talvolta noiosamente, partecipare e, quando gli capita di intervenire, entra in contatto con le zone più vertiginose delle problematiche e ne esce vergine e intatto, confortando le altrui naturali tendenze all’apatia e alla pigrizia mentale.
Pone gran cura nel mostrarsi interessato al problema e altrettanto impegno a non conoscere i dettagli; tuttavia, nel rispondere al cittadino è istintivamente portato a pensare, senza esprimerlo chiaramente, più in termini di elemosina che di un dovere nei suoi confronti.
Il Nostro, inoltre, parla un italiano di base: abolisce i congiuntivi, le proposizioni subordinate e riesce e rendere evanescente la sintassi. Evita i pronomi, ripetendo per esteso il soggetto; pur avventurandosi pericolosamente in incisi e parentesi, che lo relegano a largo del discorso di partenza, non usa espressioni ellittiche e utilizza solo metafore ormai assorbite dal lessico comune. Insomma qualsiasi uditore avverte che, all’occorrenza, potrebbe essere più facondo di lui.
Oltre a ciò è assolutamente privo di senso dell’umorismo. Ride perché è contento della realtà, non perché sia capace di deformarla. Gli sfugge la natura del paradosso.
Evita la polemica, anche su argomenti leciti, rispettando comunque l’opinione dell’altro non per proposito ideologico ma per disinteresse.
Possiede tute le caratteristiche per far parte dell’organigramma del PD. I suoi più maligni detrattori lo vorrebbero, per metterne in luce le incapacità, responsabile per il tesseramento ma lui, forgiato all'elaborazione speculativa, respinge indignato.
Insomma, gli aspiranti dirigenti locali, scampato il pericolo delle primarie, potranno prostrarsi al cospetto del Nostro e vedere in Lui un vero e proprio...Salvatore.

Jacopone da Venezia

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