venerdì 14 dicembre 2007

martedì 23 ottobre 2007


Da l'Unità


È stato un Parto Difficile, ma alla fine il Pupo Dorato è nato. Il Padre decretato, di nome Walter, è stato eletto dal voto di centinaia di migliaia di Poveri Disoccupati, di Popolani Distinti, di Piccole Donne, di Potenti Dinastie, di Poteri Deboli. È atteso per il Primo Discorso al suo Primo Debutto. La gestazione era stata ostacolata da Parecchi Dissidi, fra cui l'abbondanza di Padri Dichiarati e scarsità di mamme, cioè Poche Donne. Verso il quinto mese, Parecchi Dissidenti, fra cui Pannella Distributore e il Plebeo Dipietro, hanno provato a insidiare il ruolo del Padre Destinato. Poi, anche se con non Poco Disagio e con Parecchi Distinguo, la gravidanza è stata portata avanti con un amletico dubbio: PDemocristiani o PDiesse? Comunque, pare che il Pupo D'Oro sarà strutturato su base regionale. Intanto si spera che sia Profondamente (o almeno), Possibilmente Diverso e tale da ridare speranza ad un Popolo Demotivato. Per Docenza non parlo dei tentativi di Parto Destroide e Pescivendola Discinta: Poca Democrazia! Dopo i Ponderosi Danni provocati come Primo Distruttore, andrebbe additato al Pubblico Disprezzo, insieme al suo Partito Dipendente ma tant'è... agli italiani, diciamocelo, piace Prenderlo Dietro.

lunedì 3 settembre 2007

Il ritratto di Sorian Gray
sul doppio Soru, il metodo Ottana è l'incenerimento della democrazia

Oggi (ieri per chi legge) si è tenuta presso la sala mensa dell' Enichem di Ottana una riunione sull'inceneritore: i lavori sono iniziati alle 17:00 e sono terminati alle 21:30. In questa
riunione ci sarebbe dovuto essere l'atteso confronto tra tecnici RAS da una parte e tecnici del comitato contro l'inceneritore dall'altra. L' incontro di oggi, infatti, era stato organizzato prendendo accordi direttamente con il segretario particolare del Governatore Soru con il quale si è concordata la data, e la presenza di tecnici delle due parti. Chi scrive si è recato a Ottana con la speranza di poter assistere ad un contraddittorio sul merito tecnico delle scelte che hanno portato la Giunta Regionale a decidere di fare l'inceneritore. Questo articolo, quindi, avrebbe dovuto contenere un resoconto delle differenti posizioni tecniche. Ma poiché i tecnici della RAS erano impossibilitati a presenziare all'incontro quest'articolo non potrà parlare del contraddittorio tecnico.

Quest'articolo non racconterà neanche degli ottimi interventi del Prof. Paul Connett, venuto appositamente da New York City per raccontarci la sua strategia Rifiuti Zero, e del dott. Vincenzo Migaleddu: il contenuto di tali interventi è stato infatti già riportato nei precedenti articoli pubblicati dall' Altravoce sullo stesso argomento.

Preferisco non parlare dell'atteggiamento poco incline al dialogo dell'Assessore Morittu, e non vi racconterò neanche dell'intervento dell'Assessore Dirindin in cui ha affermato che per
l'impianto di Ottana si procederà alla redazione di un VIS (Valutazione Impatto Sanitario).

E allora... di cosa parlare?

Rimangono da raccontare due o tre cose che riguardano l'incenerimento della democrazia, il Soru governatore, il Soru candidato alla segreteria del Pd regionale. Il Soru candidato alla segreteria del PD, durante l'incontro tenutosi qualche giorno fa a Nuoro, ha stabilito come suo metodo di azione politica le primarie, “che devono essere applicate ad ogni livello”. Più o meno la stessa cosa, il Soru Governatore l'ha detta, e ribadita, in tutte e due le riunioni tenutesi a Ottana: continua infatti a dire che la scelta dell'inceneritore si farà solo con il consenso della popolazione.

Ottimo.

Ma come Mariangela Barca, componente del comitato contro l'inceneritore, ha fatto giustamente notare nel suo intervento (il più lucido di tutta la serata) se Soru crede davvero a quello che dice occorre azzerare tutta la procedura che si è seguita finora, coinvolgere le popolazioni nella scelta prima di fare la scelta stessa. Che senso ha parlare di coinvolgimento delle popolazioni interessate se le scelte sono già state compiute? Mi rivolgo a Lei signor Governatore, e a te Compagno Candidato (Segretario), con tutto il rispetto per la persona, per la carica e per il partito, chi pensate di prendere in giro? Parlate di partecipazione democratica, dite di voler coinvolgere le popolazioni, volete addirittura adottare le primarie come metodo. Tutti ottimi intenti. Per metterli in pratica prima scegliete la sede di Ottana nel piano energetico regionale, poi scrivete le linee guida per l'impianto, fate la gara per il progetto, individuate il vincitore, e infine dite che occorre fare un confronto “tecnico”, si concorda la data ma non portate i vostri tecnici al confronto. Al termine di tutto questo entrambi continuate imperterriti a ripetere che la politica deve sapere ascoltare. E fate sapere che il confronto tecnico si terrà in Ottobre, a Cagliari, in occasione di un convegno internazionale.

Si può capire che non si potesse fare il convegno internazionale all' Enichem di Ottana, ma forse la scelta di Nuoro avrebbe reso più semplice la partecipazione dei cittadini al convegno nel quale si terrà (?) il tanto atteso confronto tecnico. Mi chiedo, compagno Candidato Segretario e Sig. Governatore, con chi pensate di parlare? Per cosa, e quando, pensate di coinvolgere i cittadini? Per la scelta del colore con cui dipingere le bare nelle quali li volete seppellire?

Tu, compagno Soru, hai idea di quale sia la base del partito del quale ti stai candidando a segretario?
Lei, sig. Governatore, pensa davvero che chi l'ha votata tre anni fa, non si senta preso in giro da questo modo di fare, con cui Lei dice di volere ascoltare ma poi decide senza riconoscere le posizioni altrui?

Tra le tante cose che conoscete immagino non Vi sfuggano i fondamenti della dialettica Hegeliana, che tanta parte ha avuto nella storia di uno dei due partiti che tu, compagno Soru, ti candidi a dirigere. La storia, nella dialettica Hegeliana, è un processo di contrapposizione tra tesi e antitesi. Contrapposizione che dà luogo alla sintesi, un processo nel quale entrambi gli elementi sono presenti, e entrambi gli elementi risultano rinnovati e arricchiti di nuovi significati. Un segretario di Partito deve avere ben chiaro che cosa significhi questo processo, almeno quanto lo deve aver chiaro il Governatore di una Regione Autonoma. Senza la sintesi, senza la contrapposizione costruttiva e la capacità di dialogo non si persegue il consenso. In alcuni casi si può imporre la propria tesi. Ma c'è il rischio che, prima o poi, la tesi e chi la impone vengano spazzati via dalla Storia.

A proposito di tesi, antitesi e sintesi, sarebbe stato interessante conoscere la posizione in merito all'inceneritore del Senatore Cabras, ma non risultava essere presente alla riunione di Ottana. Né risulta, allo stato attuale, alcuna sua dichiarazione in merito. Attendiamo con ansia che ci dica cosa ne pensa.

Da elettore, da iscritto e da dirigente di partito, e da possibile iscritto al partito democratico, mi aspetto molto dai miei dirigenti: non che dicano di ascoltare, ma che ascoltino davvero, e dopo aver ascoltato che tengano conto delle posizioni della base: non che dichiarino la democrazia, ma che la mettano in pratica.

Da cittadino mi aspetto molto dai miei dipendenti amministratori: che decidano per il bene di tutti, possibilmente dopo aver ascoltato chi li ha votati, e se questo non è possibile mi aspetto che spieghino le loro scelte convincendo almeno i propri elettori.

Chiedo troppo?
Cercasi Esperti disperatamente...



Venerdì 31.08.2007 presso l'Enichem di Ottana si è tenuto un incontro sull'inceneritore cui hanno preso parte il prof. Paul Connett, professore di chimica alla St Lawrence University di New York, il dott. Vincenzo Migaleddu, dell' Associazione dei Medici per l'Ambiente, il dott. Marchetti del CNR, gli Assessori Dirindin e Morittu e il presidente della Regione, Renato Soru. Al convegno hanno partecipato centinaia di persone e il clima era quello di grande attesa: ci sarebbe infatti dovuto essere un contradditorio tra i tecnici della Regione e i tecnici del Comitato contro l'inceneritore. Finalmente si sarebbe potuto capire, aldilà delle rispettive opinioni, quale era il merito tecnico del progetto. Per ragioni legate all'indisponibilità dei tecnici RAS questo confronto non c'è stato, ma si è comunque assistito ad un buon dibattito nel quale sono emerse tutte le contraddizioni della scelta di costruire l'inceneritore a Ottana.

L'intervento di Paul Connett, pur nella difficoltà della traduzione a volte non precisissima, ha suscitato l'interesse e la partecipazione di tutti: il professore, infatti, ha spiegato, con il suo stile istrionico, in modo semplice e scientificamente ineccepibile la strategia “Zero Waste 2020” - Rifiuti Zero, ovvero l'applicazione delle 3R al ciclo dei rifiuti: Riduzione della produzione di rifiuti, Raccolta differenziata , Riciclo. Strategia che in trent'anni può portare all'azzeramento della produzione di rifiuti. Il professore si è soffermato sulla descrizione dell'impianto di San Francisco, già citato in questo articolo de L'Altravoce e, in seguito, ha spiegato come, in natura, non esistano rifiuti: la materia non si distrugge, si trasforma. Ciò che non può essere trasformato-riciclato semplicemente non dovrebbe essere prodotto. Per questa ragione Connett auspica la creazione, insieme all'impianto di Trattamento Meccanico Biologico, anche di un centro di ricerca che possa studiare quali tecniche e tecnologie sono più adatte per la riduzione del materiale non riciclabile in uscita dall'impianto.

Successivamente è intervenuto il prof. Marchetti, del CNR, che ha messo in evidenza gli errori nelle stime della RAS circa la produzione di Energia elettrica dall'incenerimento dei rifiuti. Secondo gli studi del prof. Marchetti, per produrre i 25 MWe citati nel Piano Energetico Ambientale Regionale, occorrerebbe portare a Ottana tutti i rifiuti prodotti in Sardegna.

Il dottor Migaleddu ha ricordato che l'Organizzazione mondiale della Sanità raccomanda di classificare il trattamento dei rifiuti come un problema sanitario, non energetico. In relazione ai rischi sanitari, il dott. Migaleddu ha descritto i danni per la salute legati agli impianti di incenerimento e, citando il D.M. 3/08/2005, ha ricordato che il conferimento in discariche comuni delle ceneri tossiche è vietato dalle Leggi italiane, in quanto tali ceneri sono considerate "rifiuti pericolosi". Per questa ragione gli impianti di incenerimento in Lombardia conferiscono le ceneri in discariche adeguate in Gerimania, ma tale soluzione sarebbe molto difficile da adottare in Sardegna per ovvie ragioni legate al trasporto.

In merito alle preoccupazioni per la salute dei cittadini l'assessore Dirindin ha confermato che, insieme alla Valutazione di Impatto Ambientale, si procederà anche alla Valutazione di Impatto Sanitario, e che in quella sede tutti potranno portare le proprie obiezioni circa le scelte della RAS.

L'assessore Morittu ha ribadito la posizione della Giunta Regionale, ovvero la volontà di continuare nel progetto di costruire l'inceneritore a Ottana,seppure attraverso il confronto con le popolazioni. Volontà riaffermata anche dal Governatore secondo cui occorre continuare nel processo di confronto con le popolazioni attraverso il convegno internazionale sulla gestione dei riufiuti che si terrà a Cagliari in Ottobre.

In chiusura, Mariangela Barca, del comitato contro l'inceneritore, ha risposto alla domanda che serpeggiava in tutta la platea. Dove sono i tecnici della Regione? La risposta è che la data di venerdì è stata fissata in accordo con il Governatore, e che due giorni prima del convegno, organizzato interamente a spese del comitato, è arrivata la richiesta da parte della RAS di spostare l'incontro a Ottobre. Appare evidente che non era possibile spostare la data dell'incontro 48 ore prima, e si è deciso quindi di procedere anche senza i tecnici della RAS.


Al termine degli interventi è rimasta in sala la certezza che esista un altro modo per trattare i rifiuti, un modo eco-compatibile ed economicamente sostenibile. E' rimasta anche la consapevolezza e la delusione per un'occasione mancata: Connett, Migaleddu e Marchetti, infatti oltre a convincere i presenti con le loro argomentazioni, avrebbero potuto anche dialogare con i tecnici della RAS, se questi ultimi ci fossero stati. E da questo dialogo sarebbe potuta aumentare la conoscenza della materia, da ambo le parti.

domenica 22 luglio 2007

Il Trattamento Meccanico Biologico: una valida alternativa agli inceneritori



Negli articoli precedenti sono stati presentati i dubbi circa i rischi per la salute legati all'incenerimento dei rifiuti, i dubbi circa le biomasse e quelli circa la scelta di Ottana. In questo articolo si sarebbero dovute affrontare le questioni circa la necessità e l'opportunità di produrre a Ottana altra energia elettrica. Tuttavia nella riunione tenutasi presso l'Enichem di Ottana il 13.07.2007 anche il Governatore Soru ha affermato che, con l'andamento a regime della centrale Clivati, è venuta meno la necessità di produrre altra energia elettrica a Ottana. Durante lo stesso intervento Soru ha riconosciuto che dall'impianto di Ottana "è ragionevole eliminare la linea delle biomasse" e che i tecnici della RAS valuteranno questa ipotesi, riducendo quindi la potenza della CTI dai 40MWe previsti a 20 MWe (quelli generati dall'incenerimento del CDR).
L'inceneritore, quindi, non è più visto come un sistema per smaltire i rifiuti e produrre energia elettrica (da cui la scelta dell'impianto di Ottana nel PEAR), ma finalmente solo come un modo per smaltire i rifiuti. L'eventuale produzione di energia elettrica mediante l'incenerimento dei rifiuti è, forse, un vantaggio, ma di certo non il motivo per cui lo si dovrebbe scegliere, visto che a Ottana non c'è necessità di avere altra energia.

Levate dal campo la presunta necessità di produrre energia elettrica e l'illusione di creare nuovi posti di lavoro, si può ragionare su quale sia la migliore soluzione ad un problema reale che va affrontato seriamente e risolto nel migliore dei modi. Questo articolo è un modesto tentativo di proporre un modo per smaltire i rifiuti che non comporti tutti i rischi sanitari precedentemente esposti.

Come già detto, il problema più grave legato all'incenerimento è dovuto all'emissione di sostanze tossiche (diossina e nanopolveri) nell'aria. L'altro grande problema è il fatto che il 30% circa di ciò che viene conferito in un inceneritore deve essere smaltito in discariche speciali. Il processo di incenerimento, infatti, produce delle scorie altamente tossiche che non possono essere smaltite in discariche comuni, ma vanno collocate in discariche "speciali". Gli inceneritori, quindi, non risolvono il problema delle discariche, lo complicano, sopratutto in una regione come la Sardegna.

La soluzione che qui si intende proporre si chiama Trattamento Meccanico Biologico (TMB): un insieme di tecnologie in grado di recuperare circa il 70% dei materiali in ingresso. Questo rapporto, pubblicato in Inghilterra nel febbraio del 2003 e tradotto in italiano in occasione della Quarta Giornata Mondiale contro l'Incenerimento dei Rifiuti dimostra, attraverso una dettagliata descrizione tecnica, come a completamento di sistemi di riduzione all'origine e di capillare raccolta differenziata dei rifiuti possa operare un impianto di trattamento degli scarti residui in grado di recuperare circa il 70% dei materiali in ingresso.
Il TMB non emette gas tossici o nanopolveri nell'aria, e non ha necessità di essere alimentato da un quantitativo costante di rifiuti, come invece ha l'inceneritore. L'incenerimento dei rifiuti, infatti, richiede che, anche a fronte di una auspicata riduzione dei rifiuti in ingresso, sia comunque necessario garantire un flusso costante di rifiuti. In pratica, se non si producono abbastanza rifiuti (ovvero se la produzione decresce grazie alla raccolta differenziata) occorre importarli da fuori per fare in modo che l'inceneritore bruci la quantità prevista di CDR. Questo è evidentemente un assurdo: da una parte si dice di voler ridurre il quantitativo di rifiuti attraverso la raccolta differenziata, dall'altra invece si costruisce un impianto che ha bisogno di un flusso costante di rifiuti.

Il TMB è un sistema di riciclaggio e riuso non inquinante, e che si integra perfettamente con la raccolta differenziata, e che è già una realtà in diverse parti del mondo: qui esamineremo brevemente le soluzioni adottate negli Stati Uniti a San Francisco, e in Australia a Sidney.

Nell'impianto di San Francisco vengono trattate in media 1.200 tonnellate al giorno (440.000 t/a) di rifiuti. Originariamente la raccolta porta-porta richiedeva che le persone mettessero carta, vetro e lattine in cestini separati. Questa soluzione comportava un maggiore grado di collaborazione e di impegno da parte dei cittadini, ma, attualmente la via più conveniente è la raccolta a "flusso unico" . I rifiuti, con la sola eccezione dell'umido, vengono collocati dai cittadini in un contenitore unico che viene conferito nell'impianto, ed il cui contenuto viene separato e identificato attraverso il lavoro di un sistema meccanico e di 110 operai. La raccolta a flusso unico semplifica la vita dei cittadini, e contemporaneamente consente di recuperare più materiali: questo sistema infatti ha consentito alla città di San Francisco di raggiungere il 69% di raccolta differenziata, una delle percentuali più alte in America (dato riportato su questo articolo dell'Economist).

L'impianto di Sidney è stato realizzato con un investimento di circa 70 milioni di dollari ed è in grado di trattare un quantitativo di rifiuti non differenziati di circa 250.000 t/a. Il primo impianto di questo tipo ha iniziato a trattare i rifiuti proprio nel settembre del 2004 ma recentemente un impianto analogo è stato appaltato dalle autorità pubbliche del Lancashire in Inghilterra. La tecnologia sta facendo registrare un notevole successo di mercato non solo in Australia e in Asia ma anche in Inghilterra dove molte comunità si stanno battendo contro l’incenerimento dei rifiuti.
A Sidney vi è una raccolta differenziata in crescita ma ancora in corso di miglioramento per superare quote più elevate del 30%. Pertanto il rifiuto in ingresso che va all’impianto è paragonabile a “rifiuto tal quale”. In questo quadro ciò che entra nell’impianto è per circa il 50% scarto di cibi e per il resto è formato da plastiche, carta e cartoni, vetro, metalli e tessili ecc. Nel corso del trattamento vi è una riduzione in peso di circa il 48% per effetto della evaporazione e della perdita di CO2.
Si invia al riciclaggio circa il 13% del totale dei rifiuti in ingresso cosi’ suddiviso :
  • 4% di carta,
  • 3% di metalli,
  • 1- 2% di plastiche,
  • 2% di vetro e
  • 2% di altro (legno, tessili);
Si produce circa un 4% di biogas (riferito al peso totale dei rifiuti in ingresso); 13% di compost con valore agronomico; 17% di frazione organica stabilizzata (FOS) utilizzata per la ricopertura della discarica; 8% di rifiuti da smaltire in discarica costituiti da inerti e da plastiche il cui riciclaggio è problematico.
In pratica, da ogni tonnellata di rifiuti che entra in discarica, escono:
  • circa 450 Kg emessi nell'aria sotto forma di Anidride Carbonica e Vapore acqueo: non vi sono emissioni di sostanze inquinanti o di nanopolveri.
  • circa 300 Kg di materiale riusabile o riciclabile.
  • circa 250 Kg tra FOS e rifiuti non riciclabili, collocabili in comuni discariche, non essendo un rifiuto tossico (come invece sarebbero i 300 Kg in uscita dall'inceneritore).

La sostanziale differenza tra l'approccio con l'inceneritore e quello con il TMB è che il rifiuto nel primo caso è uno scarto da bruciare, nel secondo invece è un'opportunita cui applicare le pratiche del riciclo e del riuso. Queste pratiche, accompagnate da opportune politiche di riduzione dei rifiuti, possono portare all'obiettivo "Rifiuti Zero": una sfida che può essere vinta, come dimostrano esperienze in tutto il mondo, e che va comunque combattuta, soprattutto da un'Amministrazione che ha fatto della difesa dell'Ambiente uno dei suoi cavalli di battaglia. E' molto importante, infatti, salvare le coste e così incrementare il turismo. Ma è fondamentale salvare ciò che le coste delimitano: la nostra terra e tutte quelle creature che hanno la fortuna di viverci sopra per tutta la vita, non solo per un mese l'anno.