lunedì 18 giugno 2007

Le Vie Verso il PD

Le vie verso il PD

Ciò che conta è il viaggio: ci sono (almeno) due modi per arrivare al PD:

  • la via reazionaria al partito democratico
  • la via rivoluzionaria al partito democratico

La via reazionaria al partito democratico è quella autoreferenziale, che vuole il PD come un'unione di due partiti, e sopratutto come la fusione degli organismi dirigenti. Questa è la via che vorrebbero alcuni, più preoccupati di garantire a sè stessi posti e poltrone, che di portare il Paese verso un nuovo modo di intendere la politica (e quindi di vivere la vita pubblica). La via reazionaria al PD è autoreferenziale nella strategia e negli obiettivi. Nella strategia perchè prevede di coinvolgere sopratutto (o soltanto) i tesserati dei due partiti nel processo di elezione, e quindi in sostanza di mantenere pesi e equilibri pre-esistenti nella futura classe dirigente. "Una testa, un voto" è per costoro, un principio assolutamente teorico: quello cui puntano è che quella testa sia di un iscritto, ai DS o ai DL, o comunque di una persona che voti gli organismi dirigenti (in primis la Costituente) seguendo schemi, e sopratutto schieramenti, partitici pre-esistenti. La via reazionaria al PD è autoreferenziale nell'obiettivo perchè ciò cui alcuni mirano è usare il PD per preservare sè stessi (e in questo senso è reazionaria), i loro gruppi di potere e le loro posizioni dominanti.

La via rivoluzionaria al PD è quella che vede il PD come una rivoluzione del modo di approcciarsi alla politica, negli obiettivi e nei linguaggi stessi della Politica

La via rivoluzionaria al PD rivoluziona la strategia politica di base, perchè richiede di percorrere strade nuove, e di usare nuovi linguaggi per coinvolgere nuove persone. Occorre riprendere a fare Politica, e interessare le persone e non la gggente: confrontarsi con tutti, anche e sopratutto con quelli che sono diversi da "noi" (sia il "noi" un noi diessino, o un noi diellino): solo se questa contrapposizione sarà realmente dialettica arriveremo ad una sintesi in cui il risultato sia una nuova aggregazione politica e non la giustapposizione di due gruppi di potere che cercano di preservare sè stessi. La strategia quindi deve essere quella di cercare la contrapposizione e il confronto con gli "altri", e attraverso questo dimostrare che posizioni, contenuti e obiettivi del PD non sono (solo) frutto dell'elaborazione politica di una parte, ma al contrario sono il risultato, sofferto e condiviso, di un confronto.

Gianstefano Monni

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