lunedì 18 giugno 2007

il Partito Demografico

Non c’è Partito Democratico senza Partito…Demografico!

Il titolo potrebbe sembrare un neanche tanto riuscito gioco di parole: ma sintetizza mirabilmente i sentimenti di rammarico e delusione che provano tutti i ragazzi e le ragazze che credono nel Partito Democratico. Età media del comitato promotore del PD: 50 anni circa. Niente primarie per l’elezione del Presidente e del Coordinatore (o segretario politico? O …portavoce? O….amministratore delegato?). Tanto basta per neutralizzare ogni entusiasmo per questo soggetto politico che dovrebbe (o avrebbe dovuto?) garantire finalmente uno spazio vitale di dibattito, di crescita intellettuale, di formazione culturale e politica per le nuove generazioni. Il distacco tra politici/politica e paese reale è sempre più netto; e i professionisti della politica, soprattutto coloro che millantano di credere nel PD, farebbero bene ad interrogarsi sul disagio delle nuove generazioni: un trentenne di oggi sente parlare di un welfare che non ha mai incontrato, di pensioni che con i contratti precari non riscuoterà. In compenso, lo stesso trentenne viaggia low cost e non comprende perché lo Stato, con i soldi pubblici, tenga tanto a risanare Alitalia, telefona gratis con skype ma assiste confuso alle oscure operazioni finanziarie su Telecom. Nel 2009 voterà una generazione che del Muro di Berlino potrà vedere qualche immagine di repertorio, che non ha memoria del terremoto politico giudiziario di Tangentopoli, che andava in quarta elementare quando Clinton lasciava la Casa Bianca. Saranno interessati al dibattito sulla collocazione europea del PD? Saranno affascinati dalla guerra, peraltro ancora tutta interna agli “addetti ai lavori”, sulla leadership del PD? La risposta è scontata e se non cambiano metodi e contenuti della comunicazione politica con il paese reale prevarrà…l’antipolitica: ma questa, come tutti i fenomeni frutto di decisioni prese col fegato e non con il cervello, produce più danni di quanti si prometteva in origine di eliminare. Le gesta del Governatore Soru hanno elevato, ed elevano tuttora, questo fenomeno a dignità di figura retorica. L’attuale classe dirigente del centrosinistra, anche a seguito della recente legnata alle elezioni amministrative, deve dire a noi giovani cose diverse dal "aspetta e prima poi verrà il tuo turno"; così come noi dobbiamo ricordarci che la rappresentanza non si chiede ma si conquista. Il PD può rappresentare uno degli ultimi treni diretti verso il nostro futuro: al momento sembra che il capotreno abbia avvisato, di nascosto, solo alcuni viaggiatori della partenza i quali, scaltramente, si sono muniti del biglietto: forse lo rivenderanno, come i bagarini, al doppio a chi si dimostrerà interessato. Noi il biglietto vogliamo pagarlo per intero ma ad un prezzo equo. La nostra moneta è l’entusiasmo, la ricchezza del contatto in questa società multirazziale, l’esperienza e la formazione nelle scuole, nelle università, nei masters, nei luoghi di lavoro, nell’associazionismo, nel volontariato.

Per molti degli attuali “possessori del biglietto” questa è moneta nuova. Difficilmente riproducibile dai falsari.

Sebastian Cocco

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