lunedì 18 giugno 2007

il Primo Passo

Dice un proverbio antico che ''un cammino di un milione di passi inizia con il primo passo''.
Il Partito Democratico è un cammino faticoso e impegnativo di mille miglia che deve iniziare con un primo passo.
Il nostro primo passo.

Una scelta inderogabile, forse l'ultima, quella delle persone perbene, quella dei cittadini che intendono la cittadinanza attiva e solidale come momento di partecipazione e d’impegno al servizio delle comunità, quella di tanti compagni, amici e simpatizzanti che non rinunciano a pensare che l’impegno politico possa essere ancora un’occasione per assumere responsabilità singole e collettive, morali ed intellettuali, nell’interesse del paese.
La necessità di una nuova mobilitazione politica e di forte impegno civile nel nome del dialogo e del confronto interculturale, nel nome di un nuovo umanesimo, di pace, tolleranza, per il progresso e lo sviluppo sostenibile, capace di garantire il futuro alle nuove generazioni.

Oggi è arrivato il momento della partecipazione, ampia e diffusa, senza etichette o diritti di prelazione, della rappresentanza libera e diretta delle persone, per un agire politico laico e democratico.
Occorre rompere ogni indugio per promuovere il dibattito culturale, la partecipazione ed il necessario consenso al sostegno, sviluppo e radicamento del NUOVO PARTITO DEMOCRATICO, ispirato ai principi fondamentali della carta costituzionale della Repubblica Italiana, caratterizzato da metodi, regolamenti e sistemi autenticamente democratici e partecipativi.
Bisogna puntare ad un salto di qualità nel rapporto tra politica e società, ascoltare e dialogare con i cittadini per far emergere i nuovi bisogni e rappresentarli.

La società civile, quella organizzata, quella dei mille volontariati, quella dell’associazionismo culturale e professionale, quella del protagonismo delle donne e dei giovani, quella delle nuove povertà ed emarginazioni chiede di essere ascoltata e rappresentata nel nome di un principio elementare e rivoluzionario allo stesso tempo: una testa un voto.

Per questo motivo ritengo urgente e indispensabile mobilitare risorse umane e intellettuali, generazionali e professionali, per una stagione di impegno politico, di rappresentanza realmente democratica e non virtuale che vuole intraprendere nuove strade e sperimentare nuovi modelli e nuovi linguaggi di comunicazione più comprensibili dai cittadini.
Sono consapevole che la nostra storia, il nostro vissuto politico e culturale, il nostro patrimonio di idee e di testimonianza, ci accompagnerà, ci sosterrà e ci aiuterà ad affrontare con la necessaria sicurezza le sfide per IL PARTITO DEMOCRATICO, capace di mobilitare vecchie e nuovi entusiasmi, capace di contrastare efficacemente la nuova ondata di qualunquismo e dell’antipolitica ma inesorabilmente orientato, senza condizioni, a rompere le logiche della autoreferenzialità, della politica politicante, della politica come professione che ha contribuito per troppi anni a scavare un solco profondo fra le istituzioni e i cittadini determinando un clima di sfiducia e pessimismo.

Ecco perché questo è il momento della [http://wiki.dsnuoro.it/index.php/Libert%C3%A0_%C3%A8_Responsabilit%C3%A0 RESPONSABILITÀ INDIVIDUALE E COLLETTIVA],
Una scelta obbligata per un riformismo democratico e sociale, condiviso e popolare, federalista ed europeo, contro le divisioni e i personalismi, per includere e non escludere, nel nome di un sano, responsabile e moderno laicismo, dialogante e maturo che non vuole erigere steccati ma che chiede rispetto e dignità.

Non si tratta di rinunciare alle nostre convinzioni ma di renderle disponibili e al servizio di un progetto di più ampio respiro, il partito democratico, il partito dell’ulivo per dare un contributo fondamentale al bipolarismo nel solco della migliore tradizione delle democrazie europee.

L’impegno è quello di trovare un equilibrio ed una fattiva cooperazione fra i partiti e i movimenti che in questi anni hanno svolto un ruolo politico con alterne fortune e con il limite, a volte, di ritenersi, sbagliando, autosufficienti e in grado di dare da soli e non insieme ad altri compagni di viaggio, le necessarie risposte - di governo e di opposizione -alle domande di una società complessa e in profondo cambiamento.

Impegniamoci con passione e senza remore alla nascita del partito democratico all’insegna del motto “io partecipo”, “io decido”, lavorando alla organizzazione di strutture informative e di partecipazione per un percorso duraturo e fecondo, in cui le nostre differenze saranno il valore aggiunto e non l’ostacolo ad una nuova stagione della politica italiana.

Non si tratta di agire “''contro un passato''” o “''contro qualcuno''” ma di proporre un nuovo modo di fare politica che sappia dare una risposta alla crisi della attuale politica, ormai con il fiato corto, capace di suscitare nuovi entusiasmi e nuove presenze, perché quello che sembra tutto deciso, così non è, perché possiamo essere veramente protagonisti del nostro futuro.
Non dobbiamo modificare i nostri progetti, i nostri impegni individuali e collettivi, le nostre responsabilità come dirigenti, amministratori, professionisti o semplici cittadini ma dobbiamo raccogliere la domanda di cambiamento che sale dalla base popolare, moltiplicando gli sforzi, ascoltando e dialogando con chi, fino ad oggi, non appare a noi un interlocutore ma che invece rappresenta a pieno titolo il vasto mondo dei mille interessi diffusi e articolati nel territorio che ci circonda.
Il partito democratico non può e non deve essere il frutto di una spartizione dall’alto perché così facendo nasce già morto.
Se la gente è davvero disposta a crederci nonostante tutto, i partiti che lo sostengono, le associazioni e i movimenti, i cittadini devono lavorare insieme affinché l’impresa riesca.

Un partito democratico capace di garantire alcune condizioni essenziali per la buona riuscita del progetto:
# Un fase democratica e costituente quella dell’Ottobre prossimo dove i cittadini, si iscrivono al PD, versando una quota e dove i delegati delle assemblee territoriali, regionali e nazionali, in un percorso ascendente periferia-centro politico, siano scelti per tesi o documenti di proposta politica con un primo firmatario leader, che può esprimere un numero di delegati proporzionali al consenso ricevuto, senza quote in deroga o posti di diritto, in cui si può dimostrare realmente che piccoli o grandi dirigenti di partito, professionisti del mondo economico e sociale, cittadini e volontari si mettono in gioco, con le medesime opportunità.
# Una fase di riforma della politica che renda protagonisti i cittadini con l’introduzione a regime del SISTEMA DELLE PRIMARIE. Per il candidati e candidate leader del PD a livello nazionale, regionale e locale, per i candidati e candidate al Senato e alla Camera, per i candidati e candidate alle cariche di Presidente della Regione e delle Autonomie Locali.
# Una fase di riforma delle organizzazioni-partito che dovrà necessariamente ripensare al sistema dei costi di gestione, rendendola più trasparente e sostenibile agli occhi dei cittadini. Penso ad esempio alla condivisione di una carta dei valori etici, alla organizzazione di albi curriculari che certifichino professionalità, merito e formazione politica che rendano più democratici i processi di selezione per l’assegnazione di incarichi e responsabilità pubbliche, sottraendole alle trafile partitocratriche, con l’obiettivo di coniugare impegno politico e merito professionale.Occorre infine creare le condizioni per l’attivazione di una rete di comitati e circoli per il partito democratico che mobilitino uomini e donne per un impegno politico sempre meno elitario e autoreferenziale e sempre più vicino ai bisogni e alle aspettative dei cittadini. Partendo infatti dalle priorità della comunità, delle famiglie, dei singoli si possono costruire forme di consultazione permanenti che consentiranno in futuro un più vivace e fecondo dibattito e confronto su temi eticamente sensibili per i quali oggi prevale l’approccio ideologico e settario, la politica delle “questioni” (es: quella laico-cattolica), il timore di proporre un dialogo scevro da condizionamenti culturali, dottrinali, che intende perpetuare stereotipi e luoghi comuni ma che non è capace di prendere atto che la realtà della società italiana è molto più complessa e articolata di quanto si possa immaginare.
# un generale e profondo rinnovamento anche anagrafico delle istituzioni repubblicane, dei partiti, delle organizzazioni economiche, sociali e culturali, è una delle risposte ma non l’unica, alla “crisi della politica”, al deficit di idee e di elaborazione politica per il futuro. Ecco perché affidare le sorti del nuovo partito democratico ad un comitato di saggi “over 55” significa non credere nella potenzialità e nella capacità dell’altra metà degli [http://www.wittgenstein.it/proposta.html italiani sotto i 40 anni], portatori di nuove idee, di nuove letture sociali e culturali, portatori di un nuovo tempo di condurre e fare la politica.

Allora accettiamo la sfida, quella di una risposta “originale” al mondo contemporaneo, evitando compromessi o inutili mediazioni guardando al passato, perché le probabilità di successo sono legate a quanto coraggio avremo nel comporre un puzzle di valori e priorità per il futuro che sappia anticipare e governare le spinte tumultuose e continue del cambiamento.
Questo è il dovere della sinistra italiana oggi, nel partito democratico di domani.

Salvatore Boeddu

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